Cancro alla prostata: approccio terapeutico

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Il cancro alla prostata rappresenta una delle neoplasie maschili più facili da trattare, se viene diagnosticato ad uno stadio precoce. In questo articolo parliamo dell’approccio terapeutico alla malattia.

Come abbiamo visto in un precedente articolo, nelle fasi iniziali il tumore prostatico è asintomatico e in genere procede lentamente, senza diffondersi al di fuori della prostata. Per questa ragione risulta ancora più importante individuarlo tempestivamente per poterlo circoscrivere ed evitare che si diffonda.

TRATTAMENTO DEL CANCRO ALLA PROSTATA

Innanzitutto bisogna dire che l’approccio terapeutico dipende da diversi fattori, quali:

  • Età del paziente
  • Stato generale di salute
  • Stadio della neoplasia
  • Grado di aggressività del tumore

MONITORAGGIO ATTIVO

Consiste nell’effettuare controlli regolari che comprendono l’analisi del PSA (Prostate Specific Antigen) e periodiche biopsie. Questa opzione consente di monitorare i tumori circoscritti alla sola ghiandola in pazienti giovani o in quelli anziani, soprattutto se hanno ulteriori problemi di salute che non permettono loro di subire un intervento o di effettuare la radioterapia.

CHIRURGIA RADICALE

Si interviene con una prostatectomia radicale quando la neoplasia interessa esclusivamente la prostata. L’intervento prevede l’asportazione della ghiandola prostatica e talvolta dei linfonodi pelvici.

RADIOTERAPIA

La radioterapia a fasci esterni può essere utilizzata in quasi tutti gli stadi del cancro alla prostata. Consente di poter eliminare le cellule tumorali e di arrestarne lo sviluppo. Può anche essere associata alla chirurgia per trattare l’area intorno alla prostata dopo l’intervento.

BRACHITERAPIA

Prevede l’inserimento di fasci radioattivi direttamente all’interno della ghiandola.

ORMONOTERAPIA

Quando il cancro alla prostata è in stadio avanzato, si ricorre all’ormonoterapia, in quanto permette di tenere sotto controllo la neoplasia anche per diversi anni. Basti pensare che la progressione della malattia è dovuta in primis al testosterone. Sopprimere questo ormone può far sì che la massa tumorale si riduca, rallentando la proliferazione tumorale. L’ormonoterapia aiuta anche a contrastare il rischio di eventuali recidive.

CHEMIOTERAPIA

Si ricorre alla chemioterapia nel caso in cui il paziente sviluppi una resistenza alla terapia ormonale.

Per ulteriori informazioni:

Casa di Cura “Villa Mafalda”
Via Monte delle Gioie, 5  –  00199 ROMA
Tel. 06.860941
email: direzione@villamafalda.com
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