Le emorroidi rappresentano un problema molto comune, spesso fastidioso e anche piuttosto doloroso, ma non sempre è necessario intervenire chirurgicamente.
Nel canale anorettale sono presenti delle strutture, costituite da un tessuto particolarmente vascolarizzato, chiamate emorroidi. Nel momento in cui queste si dilatano in maniera eccessiva, possono infiammarsi, determinando la malattia emorroidaria, ormai ben nota semplicemente con il nome di “emorroidi”. In taluni casi, come vedremo più avanti, queste strutture possono addirittura protrudere dalla zona anale.
EMORROIDI: cause
L’infiammazione delle emorroidi può essere favorita, oltre che da una certa predisposizione familiare, anche da diversi fattori, quali:
- Gravidanze
- Stipsi cronica
- Sforzi eccessivi
- Obesità e sedentarietà
- Prolungata posizione eretta o anche seduta
- Abuso di alcool
- Abitudini alimentari, come ad esempio: effettuare dei pasti non regolari; consumare in maniera eccessiva spezie o alimenti troppo piccanti; mangiare troppo cioccolato oppure poca frutta e verdura et.
SINTOMI
In genere chi soffre di emorroidi può lamentare sintomi, quali:
- Fastidio anale. Si può avvertire la classica sensazione di corpo estraneo a livello dell’ano
- Edema
- Dolore, in particolare all’atto della defecazione
- Sanguinamento (più o meno lieve a seconda del grado ed il decorso della malattia)
- Prurito anale
- Prolasso. Può esserci la presenza di formazioni morbide esterne all’ano e percepibili al tatto
DIAGNOSI
La diagnosi viene stabilita mediante una visita proctologica, la quale prevede un esame clinico comprensivo di ispezione, palpazione ed esplorazione rettale, ma anche dell’anoscopia e rettoscopia.
TRATTAMENTO
Le emorroidi sono classificate in 4 diversi stadi, da cui dipendono le diverse modalità di trattamento. Vediamo nel dettaglio:
- Stadio I. Le emorroidi sono interne e osservabili solo in anoscopia. Difatti, il soggetto non sente alcun dolore e non si rende conto della loro presenza. Tuttavia, a volte possono presentarsi delle lievi perdite ematiche. A questo stadio viene messa in atto la cosiddetta terapia conservativa, ossia una serie di norme alimentari da seguire, come ad esempio:
– fare dei pasti regolari
– consumare più frutta e verdura, che sono maggiormente ricchi di fibre
– non abusare di bevande alcoliche, spezie, cibi eccessivamente grassi o piccanti e cioccolato
– non fumare
– evitare sovrappeso e obesità
– praticare un’attività fisica che sia anche leggera purché regolare
Queste regole igienico-alimentari sono in grado di migliorare il quadro clinico iniziale nel giro di 4 o 6 settimane - Stadio II. Sono in genere ancora interne ma, nonostante siano prolassanti, sono riducibili spontaneamente. Difatti, in questo stadio fuoriescono solo durante la defecazione, ma possono causare fastidio e persino sanguinamento. Anche al secondo stadio si prova in un primo momento con la terapia conservativa. Se questa non funziona si può procedere con delle iniezioni sclerosanti (scleroterapia) oppure con un intervento di legatura elastica (con o senza crioterapia controllata).
- Stadio III. Si tratta di emorroidi prolassanti e per questo possono essere necessarie delle manovre manuali per essere ridotte. Questo grado può richiedere un intervento per la correzione del prolasso, che prevede la conservazione del tessuto emorroidario, mediante prolassectomia muco-emorroidaria con stapler (una speciale suturatrice meccanica circolare) o anopessi o emorroidopessi. Un’altra alternativa ben più radicale è quella dell’emorroidectomia, ossia l’ablazione chirurgica dei tre pacchetti emorroidari. Tale intervento consente di poter rimuovere l’eccesso di tessuto responsabile del sanguinamento nonché del prolasso di mucosa rettale
- Stadio IV. Anche questo grado della malattia emorroidaria può richiedere una riduzione chirurgica visto che le strutture, costantemente prolassate, sono irriducibili. Si interviene con le stesse metodiche con cui si procede per il terzo stadio
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