“Sindrome del bambino scosso”, cosa non fare mai ai propri figli
Con shaken baby syndrome, ovvero “sindrome del bambino scosso”, si indica una forma di abuso legata allo scuotimento violento del bambino e conseguente trauma, non solo psicologico, ma anche fisiologico. E’ stato infatti dimostrato che “scuotere” un neonato rischia di provocare traumi non indifferenti all’encefalo e alle strutture neurologiche. E’ l’allarme lanciato dalla Società italiana di neonatologia a seguito delle ricerche e delle indicazioni dell’ American academy of pediatrics già nel 2009 indicava come fonte di numerose patologie neurologiche vi fosse questo comportamento sbagliato.
Il ruolo dei pediatri
Per contrastare questo fenomeno, a volte scaturito da credenze sbagliate e da un forte stress genitoriale, bisogna partire dai pediatri. Sin dai primi giorni di vita i genitori vanno seguiti e consigliati sui migliori metodi di gestione del neonato. Metterli in guardia riguardo i rischi di questa pratica è essenziale. Da numerosi studi infatti si è evidenziato che lo scuotimento del neonato non è una pratica del genitore “sadico” ma una convinzione dura a morire che lo scuotimento serva a calmare il noenato quando piange o fa i capricci. Niente di più sbagliato. Il paradosso è che un gesto nelle intenzioni benevolo risulti altamente dannoso per il bambino.
Nella foto tutto ciò che accade nel corpo del neonato mentre viene “scosso”
Dove è stata riscontrata la sindrome
Trattandosi di un vero e proprio maltrattamento è stato riscontrato che gli effetti più diretti ed evidenti riguardano neonati affidati alle cure di genitori con bassa istruzione, genitori single, madri con età inferiore ai 18 anni, uso di alcol e droghe, disoccupazione, violenza domestica, disagio sociale. Ciò però non indica che sia esclusiva di queste condizioni di rischio, può accadere anche con genitori del tutto consapevoli del proprio ruolo e ben inseriti socialmente ma che ignorano le conseguenze della pratica.
Ascoltare i reali bisogni del bambino
Un neonato può piangere per diversi motivi: bisogno di cibo, bisogno di essere cambiato, bisogno di attenzione, coliche etc… La difficoltà nell’interpretare questo pianto è uno dei motivi di stress dei neogenitori.
Mai scuotere un neonato. E’ molto difficile dire quanto violento o quanto protratto debba essere lo scuotimento per causare danno. Dalle “confessioni” dei responsabili, si evince che di solito il bambino viene afferrato a livello del torace o delle braccia e scosso energicamente circa 3-4 volte al secondo per 4-20 secondi. L’impatto con una superficie rigida non è necessario e questo giustifica la possibile assenza di segni esterni evidenti. Si tratta in genere di bambini tra i 4 e i 6 mesi, non solo perché essi necessitano di cure costanti che possono esasperare genitori fragili, ma anche perché il loro capo è pesante rispetto al corpo e i muscoli del collo ancora non sono in grado di sostenerlo adeguatamente.
Le conseguenze. Le conseguenze cliniche immediate sono vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, irritabilità e, nei casi più gravi, convulsioni e alterazioni della coscienza, fino all’arresto cardiorespiratorio. A lungo termine i bambini possono presentare difficoltà di apprendimento, cecità, disturbi dell’udito o della parola, epilessia, disabilità fisica o cognitiva. E’ importante non sottovalutare i primi segni da parte del piccolo, campanello d’allarme per una corretta diagnosi.
Redazione Casa di Cura Villa Mafalda Blog