Il vaccino per la varicella è entrato nei livelli essenziali di assistenza
La varicella non è una malattia banale. Oltre ad essere estremamente fastidiosa e al rischio cicatrici può evolvere nel “fuoco di Sant’Antonio” (riaccendendo il virus zoster) ed è a rischio complicanze anche gravi.
Si stima che dal 3% al 5% dei casi sviluppino gravi complicanze come polmoniti, sovrainfezioni cutanee e meningo-encefaliti, che richiedono un ricovero urgente in ospedale.
Il vaccino è stato introdotto in via sperimentale in 5 regioni dal 2005 e i risultati sull’efficacia della prevenzione sulla popolazione sono evidenti. In Veneto, ad esempio nel 2004 si stimavano circa 60.000 nuovi casi all’anno, che sono passati a 23.600 nel 2008, con una stima di 37 mila casi di varicella prevenuti in un anno.
La varicella fa paura e provoca uno stress emotivo familiare
Oltre alle conseguenze sulla salute la varicella riesce a creare anche un clima di apprensione e stress familiare: molti genitori ricorrono al ricovero ospedaliero per l’aggressività della malattia e accumulano un grande stress emotivo.
Oggi la vaccinazione e’ entrata nell’elenco dei LEA (livelli essenziali di assistenza) e viene fornita gratuitamente dal Servizio sanitario: la si puo’ eseguire, nell’infanzia, contemporaneamente, con un vaccino tetravalente o separatamente col vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia. In entrambi i casi si devono somministrare due dosi per ciascuna vaccinazione.