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Osteoporosi e alimentazione

L’osteoporosi è considerata da sempre una malattia da carenza dietetica, in particolar modo di calcio. Secondo le stime presentate in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, nel mondo ogni 3 secondi si verifica una frattura da fragilità osteoporotica a carico di femore, polso e vertebre. Ciò equivale a circa 25 mila fratture al giorno o 9 milioni all’anno. Si tratta di una malattia a prevalenza femminile, colpisce il 33% delle donne tra i 60 e i 70 anni di età, il 66% di ultra 80enni, contro il 20% degli uomini. Solo in Italia il 25% delle donne di età superiore ai 40 anni ed il 17% degli uomini di età superiore ai 60 anni ne è affetto. Ma comportamenti corretti e una buona prevenzione possono aiutare ad arginare questo fenomeno. Alimenti ricchi di calcio e vitamina D sono fondamentali per prevenire e combattere l’osteoporosi. Invece la nostra dieta è spesso povera di calcio: in media un adulto ne assume 700-800 mg al giorno, quando il fabbisogno è di circa 800-1.000 mg (dosi giornaliere raccomandate di 1200-1500 mg di Calcio nelle donne in Menopausa). Secondo quanto raccomandano gli esperti, per favorire il raggiungimento dei livelli consigliati sulla tavola dovremmo imparare a includere e a privilegiare determinati alimenti.

osteoporosi

Per un migliore assorbimento del calcio è consigliabile non esagerare con gli alimenti integrali o i supplementi ricchi di fibre, ridurre il consumo di sale, limitare i cibi molto ricchi di ossalati e non esagerare con le proteine. Nei paesi ricchi l’incidenza di fratture (parametro epidemiologico per monitorare i tassi di osteoporosi nella popolazione) è di gran lunga più elevata che nei paesi poveri, in alcuni dei quali le fratture sono praticamente sconosciute. Di contro, scarsissimo nelle nazioni povere è l’introito giornaliero di calcio, e scarsissima è pure l’assunzione di proteine con la dieta, in particolare di quelle animali. Quindi, non solo malattia da carenza (di calcio), ma anche malattia del benessere, malattia da eccesso di proteine. Ma qual è il nesso tra elevati consumi di proteine ed osteoporosi? La risposta sta nella biochimica. Le proteine animali, essendo ricche di aminoacidi solforati, quando vengono degradate producono scorie acide (acido solforico), le più acide che l’organismo sia in grado di generare, e che deve eliminare al più presto. Ma perché questi prodotti acidi possano passare attraverso le delicate mucose delle vie urinarie, devono essere neutralizzati, ed il tampone che l’organismo utilizza è proprio il calcio. L’assunzione di un alimento ricco di calcio, ma ricco pure di proteine animali, provocherà una tale produzione di scorie acide che tutto il calcio che questo alimento contiene dovrà essere utilizzato come tampone. Spesso anzi questa quantità di calcio non è sufficiente, e l’organismo deve aggiungerne “di suo”. Il risultato è che l’osso, giorno dopo giorno, cede più calcio di quanto la dieta non gliene possa fornire, andando inevitabilmente incontro ad una riduzione della massa ossea, processo denominato appunto “osteoporosi”. Non risulta, quindi, tanto importante la quantità di calcio contenuta in un alimento, quanto la proprietà di questo alimento di non sottrarre calcio dall’organismo: si parla di Bilancio del calcio, che solo se rimane positivo (cioè quando le entrate superano le uscite) permette di preservare la salute dell’osso. Infine, anche alcune acque medio-minerali e le acque potabili ad alto contenuto in calcio, contribuiscono in maniera non trascurabile alla copertura del fabbisogno quotidiano di questo prezioso minerale. Infine, E’ importante, anche per combattere l’osteoporosi, cercare di conservarsi in normopeso, mantenendo la circonferenza addominale al di sotto degli 88 cm (per le donne).

 

Casa di Cura Villa Mafalda, Roma, Via Monte delle Gioie, 5

Dott.ssa Oriana Laurenti, Reparto di Dietologia

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