Tumore al collo dell’utero: parola d’ordine Prevenzione!

Tumore al collo dell’utero, parola d’ordine Prevenzione - Casa di Cura Villa Mafalda di Roma - Villa Mafalda Blog


Il tumore al collo dell’utero rappresenta la seconda neoplasia più frequente nelle donne. Esistono dei campanelli di allarme? Come possiamo prevenirlo? Ne parliamo oggi sul nostro blog.

Si stima che circa l’80% delle donne nel corso della propria vita contragga un’infezione genitale da HPV. Si tratta, infatti, di una delle cosiddette MST, Malattie Sessualmente Trasmissibili, il cui contagio avviene per via sessuale, attraverso il contatto diretto con le mucose anali, genitali e orali dell’uomo (portatore sano del virus), o anche per contatto intimo pelle contro pelle.

Grazie al nostro sistema immunitario la maggior parte delle infezioni risultano asintomatiche e si risolvono spontaneamente. Tuttavia, degli oltre 150 ceppi conosciuti del Papilloma Virus, 15 sono quelli considerati ad alto rischio oncologico. Questo significa che potenzialmente possono provocare tumori dell’ano, dell’orofaringe e della cervice uterina, la seconda neoplasia più frequente nella donna. Al contrario, i gruppi del virus a basso rischio sono associati allo sviluppo di condilomi e verruche, ossia lesioni della cute e delle mucose che possono comparire nella zona anale-genitale.

TUMORE AL COLLO DELL’UTERO: fattori di rischio e sintomi

Il principale fattore di rischio del tumore al collo dell’utero (o cervice uterina) è l’infezione da HPV. Questo virus può determinare la trasformazione in senso maligno di alcune cellule della cosiddetta giunzione squamo-colonnare; si tratta di un punto di confine tra due epiteli distinti: quello squamoso che riveste vagina e cervice, e quello colonnare di tipo ghiandolare che riveste cavità uterina e canale cervicale. È proprio in questa zona che possono insorgere displasie e alterazioni neoplastiche. Ulteriori fattori come il fumo o l’aver contratto altre malattie sessualmente trasmissibili possono incidere in maniera minore sulla formazione di questo tipo di neoplasia.

In genere, le lesioni precancerose sono asintomatiche. Al contrario, i sintomi si manifestano nel momento in cui insorge un tumore. Per questa ragione è essenziale sottoporsi ai test di screening quando non vi è alcuna sintomatologia, pertanto prima che compaiano:

  • Sanguinamenti vaginali tra un ciclo mestruale e l’altro o dopo rapporti sessuali
  • Secrezioni vaginali insolite
  • Dolore pelvico, lombare, o durante i rapporti sessuali
  • Sangue nelle urine

Qualora si presentassero questi sintomi, sarebbe consigliabile rivolgersi ad uno Specialista.

PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE

Quando si parla di tumori, gli strumenti più potenti che abbiamo a disposizione rimangono la prevenzione e la diagnosi precoce. Mai come nel caso del cancro alla cervice risulta fondamentale identificare eventuali lesioni precancerose tempestivamente, ossia in assenza di sintomi. Questo consente di poter intervenire senza che evolvano in tumori.

Secondo l’attuale piano di screening nazionale, è consigliabile che le donne si sottopongano all’HPV test. Questo esame risulta più efficace e sicuro per prevenire il tumore al collo dell’utero, ma non sostituisce il Pap test, che rimane un esame di completamento da effettuare nel caso l’HPV test risulti positivo. Quando anche il Pap test dà esito positivo, è necessario sottoporsi alla colposcopia.

Allo stesso modo è importante la genotipizzazione dell’HPV, che consente di identificare i ceppi del virus ritenuti ad alto rischio per lo sviluppo di questo tipo di carcinoma. La stessa ricerca del DNA del virus può essere eseguita per l’uomo. Difatti, pochi sanno che questo virus può colpire anche gli uomini, predisponendo loro all’insorgenza di tumori dell’ano, del pene o dell’orofaringe.

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