Alzheimer, nuovo farmaco apre speranze di cura

Alzheimer, scoperto farmaco che riduce le placche nel cervello

Grazie a nuovi progressi nella scienza forse si intravede una speranza per i malati di Alzheimer.

Secondo quanto pubblicato dalla rivista Nature è stato sintetizzato un nuovo farmaco che sarebbe in grado di ridurre in modo significativo l’accumulo di proteina beta-amiloide nel cervello, considerata la causa principale dell’Alzheimer.

Ad oggi le demenze causate dall’Alzheimer non hanno cura e costituiscono un serio problema di salute e di stile di vita delle persone colpite.

In via sperimentale

Il farmaco, chiamato aducanumab, agirebbe sulla formazione delle placche nel cervello. Si tratta di un anticorpo monoclonale (sviluppato dalla statunitense Biogen) che «insegna» al sistema immunitario a riconoscere le placche. Ad oggi l’organismo umano non riconosce le placche come dannose e le lascia agire senza possibilità di cura. L’aducanumab è un anticorpo umano, isolato in persone sane che avevano mostrato una particolare resistenza al declino cognitivo, mentre i suoi livelli erano molto bassi negli anziani colpiti da Alzheimer. Per questo i ricercatori hanno intuito che l’anticorpo potesse avere un ruolo protettivo. Lo sviluppo dell’anticorpo come terapia e la sua successiva sperimentazione si basano su questo principio. Nel giro di poco si dovrebbe scoprire se è corretto

Dopo un anno – sottolinea Roger Nitsch dell’università di Zurigo, che definisce i risultati `incoraggianti´ – le placche sono quasi completamente scomparse“. Inoltre, chi ha ricevuto dosi più alte del farmaco ha anche avuto maggiore riduzione delle placche (misurate con la Pet). Risultati positivi si sono avuti anche da uno studio presentato alla Conferenza Internazionale dell’Associazione Alzheimer lo scorso luglio a Toronto. Nonostante i risultati ottenuti bisogna rimanere cauti poiché non si tratta di una cura per l’Alzheimer ma un aiuto a contenere i sintomi. Il problema principale potrebbe derivare dall’eccessivo costo del farmaco una volta messo a disposizione. In tal caso i Sistemi Sanitari Pubblici, come il nostro, saranno messi duramente alla prova.

Effetti collaterali

In alcuni casi la cura sperimentale è stata interrotta per il verificarsi di effetti collaterali dannosi per la salute. Anche per questo motivo la sperimentazione continuerà su altri 2700 pazienti. Molti altri farmaci sperimentali hanno dimostrato una certa efficacia per poi risultare deludenti durante la fase III della sperimentazione.

Per questo i medici sono cauti nel gridare alla vittoria.

Redazione Casa di Cura Villa Mafalda Blog

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