Quando si parla di frutta e diabete c’è spesso confusione. In questo articolo del blog di Villa Mafalda proviamo a fare un po’ di chiarezza sull’argomento, invitando comunque a rivolgersi sempre ad uno Specialista.
Come sappiamo la frutta contiene zuccheri (carboidrati), fattore di cui deve tenere conto chi ha la glicemia alta. Mangiare frutta fresca di stagione è molto importante, in quanto contiene nutrienti utili al benessere di tutto il nostro organismo. Per questa ragione non deve essere necessariamente eliminata dall’alimentazione di un diabetico, bensì ridotta nelle quantità in modo tale da tenere sotto controllo i livelli di glicemia.
Chi soffre di diabete (di tipo 1 o 2) è bene che eviti i picchi glicemici postprandiali (ossia a 2 ore dal pasto). Per poterne capire meglio i meccanismi, bisogna innanzitutto distinguere due diversi parametri:
- Indice glicemico. Indica la velocità con cui i carboidrati contenuti in un dato alimento possono essere digeriti e, quindi, assorbiti
- Carico glicemico. È legato sia alla quantità che alla qualità di carboidrati che un determinato alimento contiene. Questo valore si ottiene, difatti, moltiplicando la quantità di carboidrati per l’indice glicemico, il cui risultato deve essere poi diviso per 100
Il carico glicemico risulta pertanto un parametro più completo rispetto all’indice glicemico, perché tiene conto anche della quantità di zuccheri.
FRUTTA E DIABETE: alcune informazioni da conoscere
In natura vi sono frutti particolarmente zuccherini e altri che lo sono meno. Questo non vuol dire che un diabetico debba mangiare solo quelli poco zuccherini, bensì imparare a gestire (con l’aiuto di uno Specialista!) quantità consumata e frequenza, in funzione dell’andamento e della risposta glicemica.
Vi sono alcune informazioni importanti e assai utili che possono fare maggiormente chiarezza sul rapporto frutta e diabete, e che sarebbe bene conoscere:
- Fibre contenute nella frutta. Maggiori sono le fibre alimentari presenti in un frutto, più basso è il picco glicemico postprandiale
- Forma sotto cui viene consumata. Nonostante le spremute e i succhi di sola frutta (che si tratti di arance, mele o uva!) non abbiano zuccheri aggiunti, è sempre bene evitarli in caso di iperglicemia. Difatti, possiedono un indice glicemico più alto rispetto al frutto mangiato per intero e fanno pertanto innalzare maggiormente la glicemia, proprio perché in questo modo vengono a mancare le fibre del frutto
- Grado di maturazione. È bene ricordare che la quantità di zuccheri che assumiamo è legata anche al grado di maturazione del frutto stesso: più è maturo, più contiene zuccheri!
- Quantità consumata. Come abbiamo già detto, non è necessario eliminare del tutto la frutta più zuccherina (come banane, fichi, uva etc.), bensì ridurre le porzioni. Ad esempio, 170 gr di mela equivalgono in termini di carico glicemico più o meno a 100 gr di banana/uva (rispettivamente 10, 9 ,8); 170 gr di arancia ha, invece, un carico glicemico pari a 6.8
- Con quali alimenti associamo la frutta. È importante stare attenti alla quantità totale di carboidrati di un pasto. Se a pranzo o cena mangiamo pasta/pizza/pane/patate, ossia un pasto alquanto ricco di carboidrati, dovremo fare maggiormente attenzione alla quantità di frutta da consumare. È il carico glicemico dell’intero pasto (e non della sola frutta!) il responsabile di un eventuale innalzamento glicemico. Per questa ragione si consiglia in genere di consumarla come spuntino a metà mattina e pomeriggio, anziché a fine pasto
FRUTTA E DIABETE: quale preferire
Ricordando sempre che in caso di diabete si può mangiare qualsiasi frutto a patto che si riducano le porzioni, quelli più zuccherini sono: banane (in particolare se molto mature!), cachi, fichi, uva (soprattutto quella bianca), frutta sciroppata, candita ed essiccata etc.
Al contrario, tra i frutti da preferire maggiormente ci sono:
- Agrumi (arance, clementine, mandarini, mandaranci, mapo, pompelmi, cedri, limoni etc.)
- Mele
- Pere
- Melagrane
- Nespole
- Anguria
- Lamponi, fragole, mirtilli e frutti di bosco
- Ananas
- Kiwi
- Albicocche e pesche
La frutta esotica necessita di un paragrafo a parte:
- Avocado. Contiene una quantità piuttosto bassa di carboidrati e molte fibre. Tuttavia, possiede molti grassi che, seppur “buoni”, lo rendono particolarmente calorico. Per questa ragione deve essere inserito nell’alimentazione in maniera misurata
- Mango. Fa altrettanto bene, ma bisogna tener conto che a livello glicemico equivale a frutta come banane, uva etc.
- Maracuja (frutto della passione). Anche questo frutto può essere consumato, ma con molta moderazione. Difatti, contiene sì il doppio delle fibre di altre tipologie di frutta, ma anche un alto quantitativo di zuccheri
- Papaya. È utile per il controllo del diabete e, da un punto di vista nutrizionale, equivale alle arance
In conclusione…
È importante rivolgersi ad uno Specialista, poiché ogni soggetto diabetico è diverso da un altro per quanto riguarda le sue condizioni, il metabolismo e, quindi, il suo fabbisogno nutrizionale giornaliero.
Presso “Villa Mafalda” è presente il Reparto di Diabetologia, dove è possibile effettuare visite specialistiche per la diagnosi ed il trattamento del diabete mellito, con elaborazione di diete personalizzate.
Per ulteriori informazioni:
Casa di Cura “Villa Mafalda”
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