Pericardite, è infarto oppure no?

Pericardite - Villa Mafalda Blog

Dolore al torace, alterazioni del ritmo cardiaco e subito si pensa ad un infarto imminente. Potrebbe, invece, trattarsi di pericardite, ossia dell’infiammazione del pericardio. Il pericardio è una sottile membrana che avvolge il cuore, mantenendolo nella posizione corretta, proteggendolo dalle aggressioni esterne ed evitando la sua eccessiva dilatazione nel caso sia colpito da particolari patologie. Questa membrana è costituita da due strati, uno esterno e l’altro interno; quest’ultimo è costituito a sua volta da due foglietti, tra i quali è presente una sostanza lubrificante, il liquido pericardico, che impedisce che i due foglietti sfreghino tra loro, consentendo al cuore di muoversi liberamente mentre batte.

CAUSE

In molti casi si parla di Pericardite idiopatica, in quanto non si è in grado di distinguere né i meccanismi né la causa specifica della patologia. Tuttavia è possibile fare una classificazione in base alle possibili cause:

  • Pericardite infettiva: solitamente è la più frequente e si può verificare dopo episodi influenzali; all’origine dell’infiammazione c’è un’infezione da virus, batteri, funghi, parassiti o anche tubercolosi
  • Pericardite non infettiva: può essere causata da tumori, leucemia, radioterapia, farmaci immunodepressivi, droghe; oppure può essere associata a insufficienza renale cronica o infarto miocardico acuto
  • Pericardite legata a patologie autoimmuni: anche patologie come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico o la sclerodermia possono indurre l’infiammazione del pericardio
  • Pericardite traumatica: può essere originata da un trauma toracico come conseguenza, ad esempio, di un incidente stradale

SINTOMI

Il sintomo principale della pericardite è il dolore toracico, presente a prescindere dalla causa scatenante, che è acuto e improvviso; generalmente lo si avverte nella zona dietro lo sterno e può irradiarsi a collo, spalle, braccio sinistro e dorso; si accentua in posizione supina, quando si respira profondamente, si deglutisce o si muove il torace, mentre tende a diminuire quando ci si siede o ci si piega in avanti. Il dolore toracico da pericardite è simile a quello da attacco di cuore ed è possibile riconoscerlo solo con opportuni esami strumentali; per questo motivo, in caso lo si percepisse, è importante rivolgersi a un Pronto Soccorso per escludere un infarto. A seconda della causa dell’infiammazione possono mostrarsi i seguenti sintomi:

  • Tachicardia, palpitazioni
  • Sudorazione fredda
  • Astenia
  • Febbre, anche debole
  • Tosse secca
  • Affanno, dovuto al fatto che si tende a respirare meno profondamente per limitare il dolore

DIAGNOSI

La diagnosi di pericardite si stabilisce a seguito dell’esame obiettivo cardiologico,  di esami di laboratorio, nonché strumentali.

Durante l’esame obiettivo lo specialista è in grado di percepire, attraverso lo stetoscopio, lo “sfregamento pericardico”, ossia il rumore causato dallo sfregamento dei foglietti infiammati.

Bisogna, quindi, effettuare delle analisi del sangue per valutare l’aumento di valori che indicherebbero flogosi (infiammazione) o infezione, quali: emocromo, VES, PCR e presenza di leucocitosi (ossia l’aumento dei globuli bianchi).

Le indagini strumentali necessarie sono:

  • ECG – ElettroCardioGramma
  • RX toracica
  • Ecocardiogramma

In casi particolari potrebbe essere necessario eseguire anche:

TRATTAMENTO

Il tipo di trattamento è strettamente legato alla causa, per cui è fondamentale arrivare ad una diagnosi che chiarisca le caratteristiche della patologia, escludendo le varie possibili cause.

Ad esempio, in caso di infezione batterica vengono prescritti antibiotici.

Per ridurre l’infiammazione e allievare il dolore viene, inoltre, consigliato l’utilizzo di FANS (antinfiammatori non steroidei).

Per lo stesso motivo ai FANS può essere associata la somministrazione di colchicina, che riduce i sintomi della pericardite ed il rischio di recidive.

Gli steroidi vengono prescritti solo nei casi in cui il paziente non dovesse rispondere in modo sufficientemente efficace alla terapia con antinfiammatori non steroidei. Difatti si è visto che in un quarto dei pazienti si verificano recidive a distanza anche di qualche mese.

Se il liquido tra i due foglietti risulta essere troppo, impedendo al cuore di funzionare correttamente e di pompare il sangue in circolo, è necessario effettuare una pericardiocentesi, ossia una procedura che prevede il drenaggio, attraverso un sottile catetere, del liquido pericardico.

In caso di pericardite cronica costrittiva potrebbe essere necessario eseguire un intervento di pericardiectomia, cioè l’asportazione chirurgica del pericardio o parte di esso.

Per informazioni contattare il Reparto di Cardiologia presso La Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma

Serve Assistenza?

Chiama Ora