L’Amore al tempo del Covid-19

L'amore al tempo del Covid-19 - Casa di Cura Villa Mafalda di Roma - Villa Mafalda Blog


L’Amore al tempo del Covid-19: in questo secondo approfondimento la nostra Specialista in Psicologia, la Dott.ssa Maria Elena Raschi, ci parla di un tema importante e allo stesso tempo delicato.

Il coronavirus ci ha portato via tanti tasselli davvero importanti per la nostra vita intima. Li ha temporaneamente derubricati dal nostro quotidiano, mettendo a dura prova l’intimità e l’affettività. Il virus ha modificato la regia amorosa dei nostri incontri e ci ha impedito di fruire dell’intimità e del partner, dei baci e dell’altro, facendoci sprofondare in un clima di diffidenza e controllo. Di ansia che diventa fobia, e di paura che diventa angoscia. I gesti che solitamente comunicano più di mille parole, in un momento di carestia sensoriale e di evitamento fobico dell’altro, devono stare a riposo e lasciare il posto alle parole e alla prudenza. Le parole devono prendere il posto degli abbracci e dei baci e cercare di surrogare l’intimità temporaneamente negata e procrastinata. Il virus ha messo in pausa gli amori a distanza, e a dura prova i conviventi in crisi e gli amanti. Lavora ai fianchi delle persone sole e duella con la scarsa pazienza degli adolescenti.

L’Amore al tempo del Covid-19: le coppie di conviventi e lo spazio ristretto

Le situazioni di convivenza forzata slatentizzano verità taciute. Due partner che vivono insieme da poco o da tanto tempo, marito e moglie o due conviventi, hanno organizzato la loro vita di coppia sulla presenza e anche sull’assenza dell’altro. Sul fare delle cose insieme e sul farne altre senza la presenza dell’altro. Sugli spazi condivisi e gli spazi privati: delle zone riservate dove all’altro non è concesso entrare. La giusta distanza in amore è assolutamente indispensabile per mantenere un buon equilibrio di coppia, per far sì che la coppia diventi longeva e non asfittica, e per mantenere in vita il desiderio sessuale. Un abuso temporale dell’altro e una convivenza forzata potrebbero facilitare liti frequenti, efferati scambi, sino ad arrivare a una sorta di intolleranza o saturazione psico-fisica. Gli ambienti condivisi diventano generatori di tensione e di ansia. “Ansia da condivisione”, tanto rischiosa e altrettanto frequente di quella da separazione.

Amanti: vivere la distanza tra paure e ansie

Gli amanti vivono la quarantena da coronavirus come un’ulteriore sofferenza che si va a sommare alle altre da “non scelta”. Una condizione di carestia di spazio e di tempo, rinchiusi in una casa… ma con il cuore altrove. Questa apnea sensoriale diventa dispensatrice di quote di sofferenza e insofferenza, di paure di poter perdere il partner amato e del domani. La coabitazione con il partner ufficiale rende oltremodo difficoltosa la spontaneità, le telefonate e le chat, la solita condivisione di molti istanti del quotidiano, che stemperano la tensione e la sofferenza e che scaldano il cuore. Durante il fine settimana, per le festività e le quarantene, l’intensità del sentimento lascia il posto alla solitudine, alla paura dell’abbandono, terreno fertile per il sopraggiungere della gelosia e dell’insicurezza; compagne di viaggio degli amori altri, nonché pessime consigliere del cuore.

Fidanzati e adolescenti: due case, due cuori

I ragazzi hanno una scarsa tolleranza alle frustrazioni e alle limitazioni. Tendono a contrattare sui limiti e hanno una scarsa percezione del rischio. Per loro, che siano innamorati o meno, il dover rimanere chiusi in casa diventa generatore di moti di ribellione e nervosismo. In loro aiuto subentra la tecnologia. La loro destrezza nel muoversi abilmente tra le tante app e le altrettante opportunità che offre il web diventa un’opportunità di incontro, e lenisce la sofferenza da obbligata distanza. Miscelano internet con i loro più segreti sentimenti e con la dimensione più profonda dell’amore. L’etere può rappresentare il precursore di un incontro, in questi casi un incontro, così come può contribuire alla sua manutenzione; alla lunga, però, non può sostituirsi a un amore reale, il quale reclama una buona dose di sensi, di umori e malumori.

L’Amore al tempo del Covid-19: Single

La quarantena non sempre e non per tutti può essere trascorsa in compagnia. Con il termine inglese “single”, non si intende semplicemente il vivere da soli, ma ci si riferisce a una scelta di vita. Un modus vivendi e operandi fortemente voluto, a prescindere dall’avere o meno un partner. Si tratta di uomini o donne che decidono di vivere da soli per scelta (o per paura dell’intimità) pur appartenendo a una coppia. Le persone single dovranno trascorrere l’isolamento in casa in compagnia della loro solitudine. Quando parliamo di solitudine, la immaginiamo come una condanna, come una scelta subita, più che voluta. In realtà, vivere da soli spalanca le porte verso un’intimità davvero interessante. Quella con se stessi. La persona single potrà abitare uno spazio mentale e fisico fatto di silenzi e di abitudini, da concimare come desidera: libri, amicizie, televisione e consuetudini soggettive trascorse in funzione del proprio sentire, del proprio bioritmo e del più segreto volere e piacere.

Soluzioni parafulmini. Email, video-chiamate e chat: tre finestre percettive

L’etere svolge una funzione parafulmini. Gli innamorati diventano amanti di chat; rimangono in contatto in attesa di tempi migliori. La scrittura, così come la distanza, aiuta l’intimità e le confessioni. Può rappresentare un ponte levatoio tra il mondo inconscio dell’uno e quello dell’altro. Le chat o le email rappresentano dei veri diari di bordo emotivi, contenitori di fantasie, emozioni, desideri e peccaminose confessioni. Gli amori pendolari, per esempio, sono coppie che vivono in due case o in due città per scelta o per necessità. Sono abituati a gestire al meglio la distanza, sanno trasformarla in una risorsa per la coppia. Una vera strategia seduttiva. Quindi, si tratta di partner che sono abituati a vivere e adoperare la distanza, mettendola a favore dell’eros del legame d’amore. La sessualità corre sul filo del telefono e si trasforma in sexting: le chat e le immagini colmano la mancanza dell’altro, con la consapevolezza che la quarantena sia a termine. Quando fisicità langue, la distanza alla lunga può compromettere un legame. Inoltre, l’angoscia gioca brutti scherzi e fa sprofondare i partner in pensieri malsani.

Si può stare insieme senza stare insieme?

Assolutamente sì. Quando la coppia non è in prossimità di una crisi e uno dei due non soffre di particolari problematiche psichiche (dipendenza affettiva, depressione, nevrosi d’ansia), il partner amato diventa una presenza interna. Una sorta di “oggetto interno” che abita dentro di noi sempre, nella speranza che sia per sempre. La quarantena, la convivenza e la separazione forzata diventano un vero banco di prova per le coppie pericolanti o eroticamente infelici. Amori avari di corpo, e corpi avari di amore, sprovvisti entrambi della spezia dell’integrità, sono amori pericolanti, resi ancora più instabili dalla separazione o dalla convivenza. Noi tutti siamo abituati ad attribuire a parole come silenzio, pausa e solitudine un significato di malinconia e tristezza, avvolte da una connotazione nefasta e punitiva. In realtà non è sempre così. Questo periodo di prudenza nei contatti può rappresentare una sorta di finestra percettiva sul nostro mondo interno, dopo il quale saremo più consapevoli. E forse più coerenti.

Siete in crisi o è colpa della tensione data dalla situazione del momento?

Dovete inquadrare dove sta il problema prima di capire cosa c’è sotto, altrimenti sarà difficile trovare una soluzione. Ricordatevi di come eravate prima della quarantena, la situazione di stress e tensione potrebbe avere amplificato i problemi già esistenti fino a farli sembrare quasi insormontabili. Smettetela di fare finta che vada tutto bene o di rimandare, dovete guardarvi dentro. In questo momento in cui stare a distanza è una necessità, bisogna raccontare al partner le proprie sensazioni, parlare del desiderio, della mancanza. La buona notizia è che si può comunicare l’erotismo, le emozioni e il perché manca fare sesso, il tempo può rivelarsi utile per la coppia.

Come risolvere una crisi di coppia

Una crisi di coppia è sempre frutto della nostra incapacità di amare.
Smettiamo di amare perché non siamo felici, e questo accade quando mettiamo la nostra felicità nelle mani di qualcuno, fosse anche la persona più speciale del mondo.
Il segreto è fare un percorso per risolvere il vero problema: la scelta di amare senza condizioni.

  • Imparare a gestire le emozioni e trasformare quelle negative in positive.
  • Imparare come essere sempre felice, per condividere questa gioia, invece di pretenderla.
  • Imparare ad amare: agire, pensare, vivere, scegliere, parlare con amore, sempre e comunque.
  • Non preoccuparsi per i tanti problemi che la crisi può comportare: per tutti c’è una soluzione.

Metti in pratica i consigli, parla con lo psicoterapeuta, per avere un confronto su sensazioni e vissuti. Né il tempo né altro potranno risolvere nessuna crisi di coppia: spetta a te, tu devi scegliere di amare. Ricorda che questa decisione è solamente tua, prima la prendi, prima inizi a cambiare e solo dopo potrete farlo assieme. Non pretendere mai che il tuo partner voglia fare quel che fai. Insieme a un esperto è più efficace un confronto per portare la coppia ad una consapevolezza e a far emergere i comportamenti disfunzionali e il non detto, per poter risolvere la crisi e riabbracciare la serenità che ormai appariva solo come un lontano ricordo.

Dott.ssa Maria Elena Raschi

Sportello di Sostegno psicologico

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